Città di Agropoli

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“La forma del tempo”, al Castello medievale l’esposizione di Enzo Cursaro e Lello Torchia

Il Castello Angioino Aragonese di Agropoli ospita per la prima volta le opere degli artisti Enzo Cursaro (Paestum, 1953) e Lello Torchia (Napoli, 1971) nella mostra “la forma del tempo”. Dal 7 al 15 aprile gli spazi dell’antico maniero accolgono 15 lavori, molti dei quali pensati e realizzati site specific, che evocano il fluire del tempo e le tracce che esso lascia su tutte le cose animate e inanimate. La mostra, voluta dall’Assessorato alle Identità culturali, si sviluppa su un percorso che va dalla Sala dei francesi, che ospita le tele di Cursaro, fino ai camminamenti nelle mura, che contengono le installazioni di Torchia. L’evento è arricchito da una pubblicazione che racchiude le riproduzioni delle opere e gli approfondimenti critici di Marina Cipriani, Direttore del Museo Archeologico Nazionale e degli Scavi di Paestum.

Visite dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Domenica 10.00 alle 12.30.
Ingresso gratuito.

 

“L’azione del tempo che consuma, modella e, a suo modo, riplasma tutto ciò che è materia, emerge con grande forza evocativa dai dipinti di Enzo Cursaro, “frammenti” che sembrano scaturire, come cocci dal terreno, da un remoto passato per animarsi fino a divenire luminose geometrie immerse in uno spazio atemporale. Le sculture di Lello Torchia, per me evocatrici di alcuni ritratti dell’antica arte italica, mostrano nelle superfici abrase e attraversate da tagli verticali, un’erosione della forma che le rende archetipi della disgregazione operata dal tempo. Una dissoluzione che si ritrova nella rigorosa opera pittorica dove innovazione tecnica ed esecuzione si fondono in una meditata sintesi.”

 
Enzo Cursaro. Terminati gli studi accademici, nella prima metà degli anni Ottanta collabora con la Galleria San Carlo di Napoli e tiene alcune mostre in Francia. Dopo numerosi soggiorni in Spagna e in Germania, nel 1989 elegge a residenza definitiva Verona. Nella città scaligera comincia a realizzare nuovi lavori di grande dinamismo spaziale, caratterizzati da un dirompente cromatismo. Con l'inizio degli anni Novanta le forme si fanno più composte, la disposizione nello spazio diventa sapiente e le forme assumono una significativa figurazione simbolica. Questa nuova disciplina porta ad un ciclo di opere intitolato Sospensioni, esposte, tra le altre, alla Galerie Brule’e di Strasbourg, al Palazzo Ducale di Mantova e al Museo di Bassano del Grappa. L’inizio del nuovo millennio è segnato dalle personali a New York (Goldstrom Gallery), a Vallauris (International Academy of Art), a Napoli (Casina Pompeiana) e dalle mostre collettive a Praga (Museo d’Arte Moderna) e Budapest (Goethe Institut). Sono gli anni delle composizioni Nero-Argento, preziose opere dalle forme essenziali che richiamano la pietra incisa su cui si rifraggono raggi di luce modulata.
Nel 2009 la mostra Assenza/Presenza (Museo Archeologico Nazionale di Paestum), presentata da Gillo Dorfles e nel 2010 Risonanze (Museo del Risorgimento di Villafranca). Le opere recenti sono orientate verso un astrattismo più sintetico, al fascino tattile e narrativo delle superfici e dei materiali pittorici, subentra ora una sobria orchestrazione di forme luminose e vivide.

Lello Torchia. Già le prime esperienze espositive degli anni ’90, rivelano l’eleganza, l’asciuttezza ed il misurato equilibrio formale del suo lavoro. Sono da considerare un esempio le opere realizzate per la mostra Il bosco sacro dell’arte (Parco del Museo di Capodimonte, Napoli) e per la personale nel monumentale Tempio di Pomona a Salerno. Nel 2001 espone a Verona (Galleria ScalaArte) una serie di lavori che afferma uno stile minimale, in cui la rinuncia e la sottrazione divengono forza e pregnanza. Nel 2003 vince il Mail Art Prize a Pècs, al quale seguono diverse mostre tra cui Vestigia tenère (Art and History meetings, Brno) e Charta III (MdL, Bordeaux). Tele dai colori caldi e trasparenti sono esposte nel 2004 alle mostre personali In colore (Franco Riccardo Artivisive, Napoli), Tempo (Galleria Arteincontri, Vignola) e Lello Torchia (Casina Pompeiana, Napoli). Ancora molti impegni all’estero, tra gli altri, 20 Monochromes (Collection Goor-Beerens, Bruges, 2005) dove espone una tela contraddistinta da una figurazione dai contorni labilissimi, sulla quale prevalgono l’assenza e il vuoto. La sintesi che ne deriva diventa emblema tangibile della fugacità dell’esistenza umana. Il 2006 segna l’inizio del lungo soggiorno milanese che si chiude nel 2009 con la mostra Il disegno sfogliato (Biblioteca civica, Brescia) e Lello Torchia (The White Gallery, Milano), per la quale realizza sculture in argilla cruda e legno. Nel 2012 sono state allestite la mostra di gruppo Quattro artisti e un editore, nella sede della Casa Editrice Tullio Pironti, a Napoli e la mostra personale Vanitas, presso The White Gallery, a Milano.